“ Che cosa l’ha spinta a diventare un pittore?”
“Perché sono nato pittore”
Così risponde Giorgio Michetti ad una domanda posta in un’intervista da una studentessa.
Nato a Viareggio, ci ha lasciati nel giugno del 2019 alla veneranda età di 106 anni, portati fino ai suoi ultimi giorni, straordinariamente bene; un uomo di altri tempi, cordiale, affabile, di un’umiltà straordinaria, Giorgio Michetti affascina con il racconto della sua vita e della sua arte.
Mi sono voluta regalare un incontro con questo pittore qualche estate fa , affascinata dalle sue lezioni sul web, instancabile e sempre curioso delle novità, attratta dalla sua arte così particolare e unica, dai colori magnetici dei suoi quadri.
Passo un’oretta nel suo piccolo studio affacciato su di un vicolo di Viareggio, e mi mostra le sue opere , raccontandomi qualche aneddoto e dandomi qualche consiglio sulla pittura e sul disegno.
Quarto di sette fratelli, vive la sua infanzia a Viareggio con il papà farmacista e la mamma dedita tutta alla casa e ai suoi figlioli.
Giorgio Michetti inizia a dedicarsi alla pittura a cinque anni, usando del carbone e..le pareti di casa, perché non aveva carta a sua disposizione. Mi rimanda ad un ricordo d’infanzia quando disegnavo sugli scalini della mia casa in campagna: i miei primi esperimenti artistici !
Il padre stanco di imbiancare i muri di casa, regala a Giorgio cavalletto, pennelli e colori per la festa della befana. Immaginate la sorpresa vedendo ai piedi del letto tutto questo materiale!
I primi disegni sono ispirati al “ Corriere dei piccoli”, molto conosciuto e amato dai bimbi di quell’epoca.
Il pittore dedica almeno un’ora ( anche di più) al giorno alla sua pittura.
Arriva però il momento in cui il padre di Giorgio lo mette davanti ad una scelta. Giorgio è alla fine del ginnasio e la matematica come pure il greco non sono materie che ama molto, preferisce piuttosto disegnare. Il padre gli da tre mesi per prepararsi e superare l’esame per l’ammissione al terzo anno del liceo artistico; se non riuscirà a superarlo dovrà intraprendere gli studi per diventare farmacista come suo padre. Per Giorgio questa è più che una minaccia poiché non ama il lavoro del padre.
Giorgio segue lezioni di scultura e disegno da maestri scelti da suo padre e si prepara da solo per altre materie.
Per non avere distrazioni il padre lo manda a studiare a Castiglioncello da un suo zio, farmacista pure lui. Affascinato dal paesaggio continua a dipingere e il sindaco vedendo i suoi quadri decide di fare una mostra. A soli 17 anni la sua prima mostra.
Tra i tanti visitatori ce n’è uno in particolare che è attratto dalla sua arte.Lo fa chiamare (in quel periodo il maestro era molto timido) e stupito della giovane età del pittore gli dice che la sua pittura “ è una pittura da grande”. Il suo ammiratore è Luigi Pirandello.
Giorgio supera l’esame per entrare al liceo artistico. Dopo il liceo artistico, non potrà proseguire gli studi, poiché viene a mancare suo padre e il fratello maggiore decide per lui e lo manda al fronte, dove si distingue e torna con una medaglia al valor militare.
Dopo questa parentesi Giorgio vuol continuare a dipingere però non riesce a vendere nulla. Andò allora al Genio Militare per poter trovare lavoro. Il colonnello chiedendo che tipo di studi avesse fatto, non vuol offrire un lavoro a chi sa “solo disegnare”. Il maestro chiede di metterlo alla prova e disegna un bullone con tutte le misure annesse. Riesce ad ottenere il lavoro.
Dopo di questo son tanti i lavori artistici eseguiti in tutta Italia e un’ infinità di mostre. Oltre 2000 quadri ( tiene il conto di tutte le sue opere). E’ stato uno dei primi e importanti disegnatori di Pinocchio: le tavole sono tutt’ora esposte presso il museo di Collodi.
Ha collaborato e preparato almeno due lavori per i carri del carnevale di Viareggio vincendo il primo premio.
Si diverte a dipingere ogni superficie: ha dipinto una chitarra, il suo telefono e la sua macchina. Come pure il pavimento del suo studio.
Tra i molti consigli che da’, uno in particolare mi ha colpito: “l’arte è invenzione, più si inventa meglio è. Perché dipingere la pelle con il colore rosa quando si può farlo con tanti altri colori? “
Spesso vengono da lui studenti e ragazzi che cercano un consiglio e un supporto. Quando gli chiedono: “ Maestro cosa ne pensa?” Lui risponde: “ Se hai un’idea in testa, non alzarti tutte le mattine cambiando idea. Se hai un’idea portala avanti, anche a costo di sbagliare. E’ così che faccio anch’io”.
Un incontro che mi ha arricchito molto e conserverò nel cuore credo per sempre.
Saluto il maestro ( lui non vuole esser chiamato così e come si fa davanti alla sua statura artistica a non chiamarlo così ?) e prima di andar via mi regala un libro con la sua biografia e uno schizzo a penna che serbo gelosamente.
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